domenica 4 maggio 2025

Che sogno...

Domenica 4 maggio 2025 

San Miniato, Toscana centrale

19/22 gradi, velato con leggera brezza da sud

 

Al contrario di quello che diceva il meteo, per ora il tempo da ancora un po’ di tregua… dovrebbe piovere si, ma nel tardo pomeriggio… e quindi… eccomi qui! 

Ho già fatto un’oretta di lavoro, quello "ufficiale", a casa ed ora ho buona parte della giornata a mia disposizione. La prossima settimana sarà veramente impegnativa ma in questo momento non ci voglio pensare.


Voglio godermi questi attimi al 100%. 

Anche il sole ogni tanto si affaccia e scalda immediatamente tutto.

La notte scorsa ha fatto due gocce. Ancora insufficienti a nutrire la terra ma comunque sempre utili…


Prima di tornare a casa, ieri pomeriggio sono andato a fare due commissioni ed ho trovato anche i cuscini per le nuove sdraio… perfetti!

Non ho riposato molto bene. Ancora non sono perfettamente al top ma questo non mi ha impedito di fare un sogno tanto bellissimo quanto bizzarro.

Faccio prima una premessa… siccome sarà un post lungo… se avete voglia di proseguire nella lettura mettetevi comodi versatevi qualcosa da bere e fate buon viaggio…

immagine presa dalla rete

 

"Le più belle storie cominciano sempre con un naufragio"

 
Jack London

 

Mi sono ritrovato a navigare a bordo di una felucca… 

In solitaria…

Una imbarcazione dal sapore antico e carica di cicatrici a testimonianza delle mille attraversate… 

Una grande vela latina, una lunga barra del timone e sotto coperta una piccola cabina ma completa di tutto…

Non mi è chiaro in quale mare sto veleggiando ma poco importa… 

Il cielo, il mare, il vento, il rumore delle onde che si infrangono sulla chiglia dell’imbarcazione ed i cigolii del legno sono la mia compagnia.

In coperta, all’ombra di un tarp ho montato un’amaca.

È lì che trascorro i miei momenti di relax e le notti, quando la temperatura me lo consente.

Notti di allerta che in navigazione non è mai troppa e di meraviglia!

Mai mi è capitato di ammirare così tante stelle con un singolo sguardo… 

Mi ritrovo a piangere dalla commozione e dalla felicità…

Mi assopisco e sogno.

Sogno nel sogno.

E sogno di ritrovarmi a bardo di questa felucca in compagnia di Hugo Pratt che mi racconta che è quella che lui avrebbe voluto fosse quella di Corto Maltese.

Passiamo ore a parlare, a bere, a giocare a back gammon e a fumare. Parliamo di venti, di genti, di suoni, di regole e religioni. Ma anche di sapori e letteratura.

Un’onda anomala mi fa rovesciare il liquido contenuto nella mia tazza sul viso… e lì mi sveglio dal sogno nel sogno… quello che mi ha svegliato non è il contenuto della mia bevanda ma l’acqua del mare che nel frattempo si è improvvisamente ingrossato. 

Anche il vento ora è prepotente e ha fatica riesco a governare la barca…

È impossibile da parte dell’uomo vincere la natura quando decide di manifestarsi in tutta la maestosa irruenza. Inevitabilmente faccio naufragio. 

Mi ritrovo incagliato in una spiaggia fra roccia e sabbia.

I danni sono ingenti.

È impossibile per ora, riprendere il mare.

Anche quando questo si sarà calmato.

Non posso fare altro che saltare sulla terra ferma e trovare un riparo. 

Inizio l’esplorazione di questo approdo.

Poco distante trovò un capanno. Del tutto simile alla mia casetta… Anzi sembra proprio lei anche se respiro la presenza di altri, come se qualcuno vi avesse soggiornato prima di me… 

Trovo i miei oggetti ma anche molto altro. Cose personali e amuleti, attrezzatura e reperti, appartenuti ad altre persone ma che comunque mi risultano familiari.

Su una parete noto una scritta ancora appena leggibile: “qui ho vissuto, Alexander Selkirk”.

Scritta sicuramente a carbone tanto tempo fa.

E poi un’altra, praticamente la medesima ma firmata Christopher McCandless, e un’altra ancora a firma Paul Gauguin e una siglata da Arthur Rimbaud…

Esplorando il perimetro esterno di questa dimora ne trovo altre ancora. Tutte firmate e autografe: Jack London, Long John Silver, Antoine de Saint-Exupéry e altre ancora ma talmente sbiadite e consumate dal tempo che non riesco nemmeno a decifrarne lo scrivente.

Nonostante la burrasca, i danni e la situazione mi sento a casa. 

C’è tutto quello che può servire… Terra da coltivare, acqua da bere, mare nel quale pescare e la presenza di tanti amici…

Passano così i giorni. Faticosi ma felici… Fino a quando una mattina, in rada, un piccolo veliero butta l’ancora.

Ne riconosco la sagoma. Quell’imbarcazione è certamente l’Irene di Boston. 

Dalla scialuppa calata in acqua, che naviga verso riva si staglia la figura del capitano…

Ha le sembianze di una divinità antica. Nordica. 

Sembra essere una donna…

  Ora che si trova a pochi metri dalla riva posso vederla bene.

Ha certamente visto e vinto molte più battaglie di me. Ha cicatrici che non si vedono e molte chiavi appese alla cinghia. 

È si una divinità, ma sembra il capo dei pirati...: "una piratessa".

 Ha pantaloni e stivali di pelle neri alti fino alle cosce.

Una camicia di lino bianca aperta e trasparente copre a malapena il suo seno. 

È armata di sciabola e alla cinta campeggia una pistola d’altri tempi.

Nella bandoliera si vedono fogli, libri e carte da gioco.

Ancora prima di toccare terra lancia un paio di dadi sulla sabbia… 

Un due ed un uno. Tre! Hai perso, mi dispiace… sono venuta a riprenderti…” mi urla cercando di sovrastare il suono delle onde che si si infrangono sulla battigia…

È bella. Sono rapito da tanta fierezza e altrettanta femminilità. 

Anche se camuffata da guerriera rimane una divinità… è evidente.

Ne sono vittima. Ammaliato e soggiogato. Mi arrendo al suo volere… 

Salgo anch’io su quella scialuppa. Siamo soli. 

I nostri sguardi si incrociano. Mi tende una mano. Le nostre dita si sfiorano e immediatamente ho caldo. Sudo, respiro a fatica… 

Mi sveglio in preda ad un episodio di apnea notturna. Guardo fuori dalla finestra. È da poco iniziato ad albeggiare.

Non piove. Una buona gionata da vivere. 

Ma questo sogno me lo devo scrivere, appuntare, o finirà nella miriade di ricordi mai ricordati. 

Ed eccomi qua quindi, a condividerlo con voi…

Alla prossima 

Pacha Mama



Nessun commento:

Posta un commento