Questo posto mi rende contento. Vivo.
Ma non è sempre stato così.
Quando l'ho acquistato ero l'uomo più felice del mondo. Toccavo il cielo con un dito. Poi con il passare degli anni questo innamoramento è andato a scemare. Ho iniziato a trascurarlo. A lasciarlo a mio figlio, che lo ha usato con i suoi amici come "rifugio". Poi anche lui lo ha abbandonato. Di fatto, lo abbiamo quasi dimenticato.
Prima gli impegni lavorativi, poi la vita... E infine è arrivata la malattia. Seguita nell'immediato dalla pandemia. Dall'isolamento, dalla solitudine. Dal buio. E... Casetta addio!
E invece, proprio durante la pandemia, mio figlio è tornato a viverlo. A dargli una "rinfrescata". Una nuova esistenza.
Io nel frattempo, perso nei miei peggiori incubi, spiavo il suo fare. Lo vedevo, ammiravo. Forse un po' lo invidiavo.
Nel contempo, comunque pensavo ad un luogo dove potessi ritrovarmi. Dove piangere, pregare, dimenticare. Tornare ad una psedo vita.
Confesso che prima ho pensato ad una barca o ad un camper. Ma troppi "ma" albergavano nella mente...
Poi un richiamo... La Casetta...
Lei era lì, in mezzo alla natura. Pronta come sempre, ad accogliermi, senza chiedere nulla in cambio se non quel po' di manutenzione che anche il sottoscritto sa mettere in atto.
Allora ecco un timido ritorno.
Un approccio in punta di piedi. Come se chiedessi perdono a quel luogo dopo tanto tempo fatto di trascuratezza e non curanza...
Piano, piano, eccomi a ritrovarmi senza più il bisogno forzato di cercarmi.
Tornare a pensare, a ipotizzare progetti futuri che per troppo tempo non sono stato più in grado di neanche immaginare.
Piccole cose certo, ma comunque una visione che andasse oltre il "qui e ora".
E allora: prima una palizzata, poi una potatura e dopo ancora una soluzione per raccogliere l'acqua e via dicendo.
Tutto senza fretta, senza ansia. Intervallato da lunghi momenti di contemplazione, di meditazione, di musica, lettura, cucina, poesia e natura... Una visione della vita completamente nuova. Un nuovo approccio, un rinnovato stimolo che avevo purtroppo perso. Insomma una terapia... Una medicina!
So che tutto quello che ho perso non lo ritroverò... Ne ho la consapevolezza.
Ma oggi sono qui a raccontare di questo luogo che per me, altro non è, mi ripeto: una medicina.
Che mi migliora, che mi fa pensare...
Che forse mi permette anche di accettare tutto quanto... Il che, mi sembra già molto!
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